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Erbe spontanee di Carnia

La Carnia è un grande comprensorio alpino costituito da 7 vallate (Val Tagliamento, Val Pesarina, Val Degano, Valle del But, Valcalda, Val Lumiei e Valle del Chiarsò) che confluiscono tutte nel fondovalle dove sorge Tolmezzo, il principale centro della Carnia.

Tanti piccoli graziosi paesini garantiscono una diffusa ma discreta presenza umana, quella dei Carnici, discendenti da un ramo dei Celti-Galli, che dal 400 a.C. ad oggi mantengono vive cultura e tradizioni originarie.

Una di queste tradizioni è legata alla raccolta di erbe spontanee che un tempo venivano esportate in tutto l’impero dai cramars durante l’inverno (da krämer, mercante) che partivano con in spalla il tipico zaino a forma di armadietto, per commerciare il prodotto secco raccolto precedentemente.

Al loro rientro le donne recuperavano tutte le erbe avanzate e preparavano gustose minestre e frittate.

Tanti sono gli eventi legati alla raccolta delle erbe spontanee e al loro utilizzo per realizzare delizie culinarie: a giugno la “Festa delle Erbe di Primavera” a Forni di Sopra, a Ravascletto, la località più “montana” della Carnia, la “Festa del Solstizio d’estate”. Questa ricorrenza è incentrata sul mazzo di San Giovanni (mac di San Zuan), una miscela di erbe da raccogliere all’alba del solstizio d’estate che si dice abbia virtù magiche per allontanare il maligno.

Tra le erbe spontanee che si raccolgono in Carnia spiccano lo sclopìt (noto anche come silene, stringoli, strigoli, stridoli o carletti), utilizzato per la preparazione di ottimi risotti o frittate, i fiori di sambuco, che avvolti nella pastella diventano ottime frittelle, ma anche l’erba cedrina, il radicchio di montagna, che viene conservato sott’olio, il tarassaco,  l’erba Luisa, la melissa, la menta, l’achillea, il timo serpillo, il kere (silene), ecc.

Numerosi sono gli utilizzi di queste erbe sia in cucina che in infusione per ottenere grappe particolari, infusi, sciroppi, ecc. Conservate sott’olio extravergine di oliva dopo averle scottate, si possono utilizzare per tutto l’inverno per continuare a godere del loro profumo e sapore.

Le erbe spontanee di Carnia sono oggi a portata di “click” grazie alla loro catalogazione in oltre 1.120 schede e più di 4 mila immagini.

I ricercatori della facoltà di Agraria, con la collaborazione del dipartimento di Matematica e informatica dell’Università di Udine, hanno realizzato una banca dati di catalogazione floristica dove sono state schedate un terzo delle piante della regione Friuli Venezia Giulia, la cui flora rappresenta il 44% di quella italiana.

Questa “enciclopedia digitale” si può consultare all’indirizzo http://flora.uniud.it, ed è una banca dati quasi unica al mondo, un piccolo gioiello che ben rappresenta la bellezza e ricchezza della natura del Friuli Venezia Giulia.