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Il profumo del cibo può ridurre la fame e combattere l’obesità

L’aroma dei cibi può divenire una nuova arma nella battaglia contro gli attacchi della fame.

E’ possibile sviluppare una nuova generazione di cibi che facciano sentire la gente sazia rilasciando aromi anti-fame quando vengono masticati, secondo uno scienziato olandese.

Tali cibi possono combattere l’epidemia globale di obesità emettendo durante la masticazione aromi capaci di impedire alla gente di mangiare esageratamente.

Rianne Ruijschop dell’organizzazione olandese NIZO ed i suoi colleghi osservano che gli scienziati tentano da anni di sviluppare cibi che scatenano o stimolano la sensazione di sazietà.

Fino ad ora però la ricerca si era focalizzata sugli effetti del cibo nello stomaco dopo l’ingestione.

La loro analisi ha rilevato che il rilascio di aromi durante la masticazione contribuisce alla sensazione di sazietà e conseguentemente alla decisione delle persone di smettere di mangiare.

Il rapporto cita diverse possibili applicazioni, incluso lo sviluppo di cibi che rilascino più aromi durante la masticazione oppure rilascino aromi che abbiano un effetto più potente nel creare la sensazione di sazietà.

Al momento gli sforzi si concentrano sulla prima ipotesi.

Le molecole da cui dipende l’aroma di un cibo apparentemente agiscono attivando le aree del cervello che segnalano la sazietà, dice uno studio della American Chemical Society (ACS) pubblicato sul Journal of Agricultural and Food Chemistry.

L’obesità riduce le probabilità di godere di una sana vecchiaia

Londra, 30 settembre

Le donne che ingrassano intorno alla mezza età riducono le loro possibilità di godere di una sana vecchiaia, secondo quanto afferma una nuova ricerca.

Lo studio suggerisce che le donne con un elevato indice di massa corporea (rapporto fra altezza e peso) alla mezza età, soffriranno più facilmente delle più gravi malattie croniche come cancro e malattie delle coronarie, oltre ad avere una bassa qualità di vita.

Il dottor Oscar Franco, professore alla Warwick Medical School, collabora con ricercatori della Harvard School of Public Health a Boston.

La squadra di ricercatori ha scoperto che per ogni kilo di aumento di peso a partire dall’età di 18 anni, la probabilità di una vecchiaia sana decresce del 5%.

Hanno anche scoperto che le donne in sovrappeso all’età di 18 anni continuano ad incrementare il loro peso anche in vecchiaia, aumentando notevolmente il rischio di sviluppare malattie croniche.

La squadra di ricercatori ha utilizzato uno studio sulla salute delle infermiere, che ha raccolto dati di oltre 120.000 infermiere vissute in 11 stati americani dal 1976, mediante questionari di controllo compilati ogni due anni per aggiornare le informazioni sull’incidenza di malattie e sui fattori che influiscono sullo stile di vita, e ha considerato come esempi di buon invecchiamento i soggetti in grado di raggiungere i 70 anni senza limitazioni rilevanti delle capacità cognitive e senza l’insorgenza di gravi malattie croniche.

Lo studio è stato pubblicato nel Settembre 2009 sul British Medical Journal.

Si può prevenire l’influenza con il cibo ?

I cosiddetti “supercibi” sono veramente un toccasana per la salute o sono solo una trovata pubblicitaria ?

Le vendite di salmone, mirtilli, noccioline e spinaci, così come altri alimenti più esotici come la spirulina, hanno invaso negli ultimi due anni i libri ed i supermercati facendo leva sui loro supposti benefici per la salute. Mangiateli, ci è stato detto, per ridurre il rischio di insorgenza di cancro e malattie cardiache.

Questi cosiddetti “supercibi” (come ad es. fagioli, soia, mirtilli, spinaci, broccoli, the nero o verde, avena, pomodori, arance, tacchino, zucca, noci, salmone e yogurt) sono spesso pubblicizzati come se fossero dotati di proprietà salutistiche magiche, ma non vi viene il dubbio che la magia stia tutta nel marketing ? Non è che ci abbiano indotti a comprare frutti costosi ed esotici quando magari sarebbe meglio una succosa mela locale o i casalinghi cavolfiori?

Non esiste una definizione ufficiale o scientifica del “supercibo”. Questo termine viene applicato a cibi che vanno dall’avena alle noccioline, dagli spinaci allo yogurt, dal tacchino al crescione. Carne e pesce contengono proteine e altri nutrienti, frutta e verdura contengono anche vitamine essenziali e minerali e componenti fitochimici bioattivi, ottimi per la salute. Etichettarli come “supercibi” può dare l’impressione che siano più salutari di altri.

Generalmente la frutta e la verdura sono molti ricchi in antiossidanti e vitamina C; i flavonoidi, responsabili del colore scuro dei mirtilli e altri composti fitochimici, come il betacarotene, sono conosciuti per le loro proprietà antiossidanti, e questo spiega anche perché la frutta e verdura colorata siano considerati particolarmente benefici.

Tagliare le calorie dà impulso alla memoria

Ridurre quello che ingeriamo di circa un terzo può migliorare la memoria, secondo quando stabilito da alcuni ricercatori tedeschi.

E’ stato creato un gruppo di 50 volontari anziani ed è stato fatto loro  eseguire un test sulla memoria 3 mesi dopo. Lo studio riporta  che sono stati notati significativi miglioramenti (rivista National Academy of Sciences). I dietologi ricordano che una riduzione di calorie indiscriminata può produrre danni alla salute  ed essere pericolosa; tuttavia c’è un interesse crescente nei potenziali benefici che una dieta povera di calorie può portare.

Ridurre le calorie

Dopo gli studi effettuati sugli animali, si può affermare che potrebbe essere in grado di migliorare la durata della vita e ritardare gli effetti delle malattie legate all’età.

Non è ancora certo se questo sia vero anche nel caso degli umani, soprattutto tenendo in considerazione che il livello di “riduzione calorica” deve essere rilevante per essere efficace.

Il meccanismo preciso che può portare a questi benefici deve essere ancora studiato, con teorie che spaziano dalla riduzione dei “radicali liberi”, note cause di danni, e delle infiammazioni, che possono portare allo stesso risultato.